Consorzio della Canna da zucchero siciliana

IL consorzio

I Soci fondatori

Giuseppe La Fauci, Corrado Bellia, Maria Torre,  Hugo Gallardo

Il Consorzio della Canna da zucchero siciliana è nato con un chiaro obiettivo: promuovere il ritorno nell’Isola di una produzione che per secoli ha rappresentato una fondamentale risorsa non solo economica e occupazionale ma anche sociale e culturale.

La “cannamela” e l’oro bianco (come veniva definito lo zucchero) hanno infatti lasciato profonde tracce nella documentazione storica, nel dialetto, nella toponomastica e nella pasticceria di tanti Comuni  siciliani. 

Per questo il Consorzio, oltre alle attività economiche di produzione, lavorazione e trasformazione, punta a valorizzare l’origine e la qualità della materia prima e dei prodotti derivati, promuovendo studi e ricerche sulla storia millenaria della canna da zucchero siciliana.

Obiettivi da raggiungere grazie alla cooperazione tra le aziende associate, all’adozione di disciplinari e marchi collettivi, a progetti di filiera e di ricerca con enti pubblici e privati, a iniziative  di promozione e marketing sui mercati nazionali e esteri.

LA STORIA

Trappeto siciliano di canna da zucchero nel 1500

Jan Van der Straet  (Bruges, 1523 – Firenze2 novembre 1605

Ogni “futuro” nasce da un “passato”. 

E in Sicilia,  dove Goethe sosteneva “si trova la chiave di tutto”, la canna da zucchero ha un passato millenario. 

Gli Arabi nell’800 d.C. introdussero nell’Isola la coltivazione della pianta e le tecniche di produzione dello zucchero, che rappresentò il primo sostituto del miele. Dopo la conquista dei Normanni, Federico II di Svevia tentò di potenziare la produzione dello zucchero ma fu a partire dalla prima metà del 1300 che divenne la più importante e redditizia attività di trasformazione di prodotti agricoli, tanto da essere definito “oro bianco”.

La produzione dello zucchero in tutta la Sicilia era tanto sviluppata che nella sola provincia di Palermo nel XIV secolo operavano più di 30 “trappeti” dove si spremevano le canne e si bolliva il succo che, per evaporazione, produceva lo zucchero.

L’Isola diventò, pertanto, tra il 1300 e il 1500 il più importante centro di produzione di zucchero nel Mediterraneo.

Il declino iniziò nel 1600, per varie cause concomitanti, tra cui profondi  cambiamenti climatici e l’arrivo in Europa della produzione caraibica.

Nel giro di pochi decenni la coltivazione scomparve, quindi, dal resto dell’isola ma …rimase solo ad Avola dove, oltre allo zucchero, iniziò anche la produzione di Rum.

E questa è un’altra storia… 

La Canna da zucchero

La Canna da zucchero ( Saccharum Officinarum ), nota anche come cannamele, è una pianta originaria delle regioni indomalesi, appartenente alla famiglia delle Graminacee.

E’ una pianta tropicale perenne, a portamento cespuglioso, che raggiunge in media i 3 – 5 metri d’altezza, anche se alcune specie superano i  6 metri.

La pianta presenta un rizoma duro e angoloso, dal quale spuntano numerosi steli legnosi intervallati da nodi. Ogni pianta è costituita da un fusto principale ramificato in numerosi culmi aerei.

Il culmo presenta un diametro variabile dai 3 ai 5 centimetri. Il colore, variabile a seconda della specie e delle varietà, può essere giallo, violaceo, verde o rossiccio.

Gli steli sono rivestiti di foglie molto lunghe e verdi, lanceolate e incastrate su nodi con una guaina che avvolge il culmo.

Lo zucchero è ricavato da un fluido sciropposo presente all’interno del fusto.

La riproduzione della pianta avviene generalmente per talee messe a dimora in primavera in solchi distanti tra loro un metro e mezzo.

CONTATTI

Sede Sociale:
PiazzaTeatro 17 – Avola – 96017 – SR
 
 
cell. + 39 3479257136